Prima di partire per il Giappone già la conoscevo, ma così così, ancora non era amore. E' stato solo dopo il viaggio in primavera che ho imparato ad amarla e a scoprirla in molte sue varianti...anzi devo ringraziare il proprietario del dormitorio di Kyoto dove ho alloggiato per un mese e mezzo, che praticamente ogni giorno mi offriva un dolcetto diverso! Credo proprio fosse molto orgoglioso della raffinata pasticceria giapponese, tanto da voler farmela conoscere nelle sue varie forme. Ora che sono di nuovo in Italia, trovare wagashi è proprio difficile! Ho scoperto con amara delusione che non esiste nessuna pasticceria giapponese sul suolo italiano...da nessuna parte. Solo qualche ristorante gestito da giapponesi veri (non improvvisazioni cinesi!) ha incluso wagashi classici nella carta dei dessert. Uno di questi è l'Oasi giapponese di Milano...ma su questo ristorante scriverò un apposito post più avanti!
Insomma, per gustare un wagashi o lo si cerca con fatica o l'alternativa è prepararlo con le proprie manine... Mi piacerebbe che questo blog diventasse un posto dove condividere fotografie, ricette ed esperienze sensoriali legate al meraviglioso universo wagashi.
Vi lascio con l'immagine di questo splendido Kinako Daifuku, uno dei wagashi più semplici da preparare, morbido e dolce: mochi (pasta di farina di riso) che racchiude dolce anko (confettura di fagioli azuki), e poi ricoperto di kinako (farina di soia tostata dal caratteristico colore ocra).
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