lunedì 28 gennaio 2013

Cartoline da: Tianjin #2

Ecco qui la seconda serie di scatti che vorrei mostrarvi, dedicata principalmente alla cucina di Tianjin. Prima di partire mi ero preparata una lista di tutto ciò avrei dovuto assaggiare e in effetti sono riuscita nel mio intento... ma con un pochino di disappunto, perché questa volta purtroppo il cibo non mi ha emozionata più di tanto ^^

Partiamo con i Goubulii baozi (panini al vapore) tipici di Tianjin e venduti dall'omonima catena di ristoranti: per un prezzo totale di 69 yuan (8 goubuli + assaggini di carne + zhou, la zuppetta che vedete in foto), prezzo davvero altino per questo genere di cose se pensate che di solito i baozi costano sui 2 yuan l'uno, mi aspettavo qualcosa di più... probabilmente l'ampliarsi dell'aura di fama attorno a questi ristoranti è andata di pari passo con il declino della qualità. Fatto sta che i goubuli che ho poi comprato da 7eleven per fare tacere la fame, non erano poi così diversi ^^ (sì esagero... ma almeno rende l'idea del confronto). 

Per quanto riguarda i Mahua, fatti di pasta attorcigliata e poi fritta in olio d'arachidi, e disponibili in svariati sapori (con sesamo, pepe di Sichuan, al naturale...), magari sono stata sfortunata nell'assaggio, ma mancavano di mordente, poiché non arrivavano ad essere né dolci né salati.

Lo Chatang probabilmente è stato l'assaggio più interessante e mi è piaciuto parecchio osservare come veniva preparato. Tra le varie farine disponibili al banchetto, ho scelto una farina di miglio profumata ai fiori d'osmanto, a cui è stata aggiunta dell'acqua bollente da un'enorme bricco di metallo dal becco lunghissimo e una spolverata di zucchero, semi di sesamo e girasole, e frutta candita. Uno spuntino confortante per mani e stomaco nelle fredde giornate invernali!



Goubuli [狗不理], i baozi di Tianjin

Mahua [麻花], pasta fritta in olio di arachidi

Bancarella di chatang, con tutte le sue farine e aromi

Chatang 茶汤,  snack a base di farina glutinosa di miglio o di sorgo

Gigi ed io, in partenza per Tianjin 

Diretti al quartiere italiano

Rosso come il Capodanno Cinese

Cartoline da: Tianjin #1

Lo scorso weekend Gigi ed io abbiamo deciso di passare un week-end fuori casa. Il 24 gennaio è stato il suo compleanno e ci sembrava l'occasione perfetta per partire, così abbiamo scelto Tianjin, appena a mezz'ora di alta velocità da Beijing. Grazie a una temperatura più clemente (sugli 0 gradi), abbiamo passeggiato per la città per due giorni interi scoprendo il lungo fiume Hai, ghiacciato e perfetto per andarci in slittino, gli affascinanti quartieri con la concessione francese, austro-ungarica e italiana, e la città vecchia. Per essere una città cinese è certamente atipica: grazie alle concessioni ospitate in passato oggi si respira un'atmosfera molto europea... e guardando gli edifici lungo il fiume Hai, per un attimo ci si dimentica di essere in Cina! Mi aspettavo un po' di più dal quartiere italiano, invece a parte qualche residuo storico come il Consolato con la Casa del Fascio ora riconvertito in club o ristorante, si tratta di un quartiere puramente commerciale dove l'essenza italiana si perde quasi del tutto... anche se è stato comunque divertente passeggiarci e fermarci a prendere qualcosa da bere da Starbucks per riscaldarci un pochino (nonostante il clima non fosse gelido, mi sono venuti i geloni ai piedi per la prima volta, sicuramente a causa dell'umidità del fiume!). Vi lascio a una serie di scatti... e se volete vedere di più, vi rimando al mio set dedicato a Tianjin 

In slittino sul fiume Hai [海河] ghiacciato

Camminando nelle concessioni straniere

Camminando nelle concessioni straniere

Fine di una giornata in slittino sul fiume Hai [海河] 

Camminando nelle concessioni straniere

La raccolta differenziata in Cina funziona così: i vecchietti per guadagnarsi due lire differenziano i rifiuti



venerdì 25 gennaio 2013

Il compleanno di Gigi!


Un antipastino a base di bieta e arachidi


Ieri [24 gennaio] è stato il compleanno di Gigi... sono già arrivati i suoi 29 anni! Per festeggiare abbiamo deciso di uscire a cena con colleghe, mariti e fidanzati, e come al solito per non sbagliare abbiamo fatto scegliere a loro il ristorante! Stavolta lo posso dire però che siamo stati un po' sfigati? Il ristorante scelto era specializzato in cucina pechinese, quindi quasi ogni pietanza era in stile 老北京 [lao beijing] ovvero "vecchia Pechino", e le immagini sul menù erano caratterizzate da un aspetto comune: lucentezza e viscidità! Non sembra troppo appetitoso vero? Eheh, in tutta sincerità sia io che Gigi non andiamo pazzi per la cucina di Pechino, a parte l'anatra laccata o kaoya [烤鸭] che è una vera prelibatezza! Tra le famigerate portate locali c'erano gli Zhajiangmian [炸酱面], ovvero dei noodles di grano piuttosto spessi e serviti con carne di maiale cotta con pasta di soia fermentata, cetrioli e carote alla julienne... da condire poi a piacere con la salsa della carne dallo spiccato sapore salato. Menù a parte, di cui comunque siamo riusciti ad apprezzare più di una portata, la serata è stata molto divertente... e abbiamo scoperto che una collega invitata, Helen, compiva gli anni proprio lo stesso giorno e non aveva detto nulla fino a quel momento! [ma si può?!] Invece Lucy aveva portato con sè due amici, che hanno giusto spizzicato qualcosa... ma la cosa anomala che ha lasciato tutti un po' spiazzati è che uno di loro si è diretto al bancone a pagare il conto! In Cina di solito chi invita paga per tutti [niente pagamenti alla romana o sceneggiate da pezzenti] e quindi stasera toccava a noi... ma questo tizio non ne ha volute sapere ^^. L'unica cosa che ci è venuta in mente è che forse voleva fare colpo su qualcuno... chi lo sa!

Vi ricordate invece di quella signora che ormai vari mesi fa ci aveva invitati a casa sua? Non erano più seguiti inviti anche perchè abbiamo scoperto che gli insegnanti NON possono andare liberamente a casa dei genitori dei bambini. Esistono delle figure designate che si occupano delle relazioni genitori-insegnanti e quindi a noi è stato chiaramente detto di declinare gli inviti da parte dei genitori dei bambini. Gigi ha comunque continuato a scambiare due parole quando passava a prendere sua figlia, che avrà sicuramente detto qualcosa alla mamma sul compleanno di Gigi... e così ieri si è ritrovato un'enorme torta al cioccolato e alla frutta da mangiare in classe coi bambini! Davvero una bellissima sorpresa inaspettata! Dalle colleghe invece ha ricevuto una grande confezione da regalo di Nescafè, una confezione regalo piena di frutti del drago e una bottiglia di vino rosso cinese. Insomma... tutti questi regali hanno fatto passare in secondo piano la mia tortina alla panna e fragole che ero stata a scegliere con tanto amore nella bakery migliore di Liangxiang e il mio pacco sopravvivenza pieno di delizioso comfort food [Raffaello, Ciocorì, Pocky ecc ecc]!! ^^


Gigi alle prese con i  Zhajiangmian

I regali ricevuti!




domenica 13 gennaio 2013

Un giro al mercato e a pranzo dalla maestra Zhang (più qualche nota sull'ospitalità cinese!)


Durante queste ultime settimane abbiamo avuto un’esplosione di vita sociale! La prima ad invitarci a casa sua un sabato mattina per il pranzo è stata la mia collega del pomeriggio, la maestra Zhang. Per poi pranzare da Vivienne di giovedì (ultima giornata di vacanza per il capodanno), passare tutto il pomeriggio a casa di Helen e venire invitati da lei anche per cena (anatra laccata in uno dei ristoranti migliori di Liangxiang, il Jinbaiwan). E finire in bellezza con il venerdì sera a casa dalla maestra Zhou, che mi conosce da solo tre settimane ma subito mi ha invitata a casa. [Nota: tutti i nomi inglesi sono comunque di persone cinesi] 

Visto che ho un po’ di foto a disposizione dedicherò un post ad ogni invito, altrimenti dovrei scrivere un papiro decisamente troppo lungo!
Come dicevo, il primo vero invito a casa di una famiglia cinese è stato quello da parte della maestra Zhang. Ci tengo a dire di aver scoperto quanto i cinesi siano ospitali nel momento in cui si va a casa loro! Una volta entrati in casa loro, ci hanno sempre fatto accomodare sul divano, preparato il tè (quasi sempre ottimo Tie Guanyin) e offerto tanta frutta fresca o semi da sgranocchiare in attesa di pranzare insieme. L’unico “obbligo dell’ospite” è portare un regalo, ma nei supermercati si trovano tantissime confezioni di frutta, succhi o alcolici pronti per essere portati in omaggio a qualcuno… e per non sfigurare Gigi ed io abbiamo sempre portato un mix di frutta, cioccolatini (i cinesi vanno pazzi per i Ferrero Rocher) o biscottini. La cosa insolita è che il regalo non verrà aperto in vostra presenza, ma soltanto una volta che siete andati via! Quindi si tratta di un gesto che non va preso come una mancanza di gentilezza ma semplicemente come una diversa abitudine. Magari il giorno dopo vi diranno: ma sai che i mandarini che hai portato erano proprio dolci? A me è successo così :)
Tornando all’invito della maestra Zhang, dopo averci accolti in casa ci ha portati ad esplorare il mercato dove poi avrebbe comprato tutti gli ingredienti per il pranzo. Inutile dire che è stata un’esperienza notevole! Mi sentivo completamente un pesce fuor d’acqua e non mi andava di fare fotografie, ma poi mi son detta: in ogni caso mi guardano lo stesso, tanto vale collezionare qualche scatto! Così ecco qui immortalati banchetti di frutta e verdura, carne e pesce, in un mix caotico e decisamente poco lindo! Per terra c’erano lingue di ghiaccio che con una temperatura fissa sotto lo zero sicuramente fanno fatica ad andarsene e l’unica cosa che pensavo era: ti prego non scivolare! Se finisco col sedere per terra va a finire che prendo l’epatite! (ovviamente scherzo, ma le norme igieniche di un classico mercato cinese non sono propriamente severe… anzi mi chiedo, ma esistono?)

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A parte questo, le merci esposte erano bellissime da fotografare… c’era una varietà pazzesca di semi, frutta secca e addirittura la canna da zucchero! Appena ho notato queste lunghe canne violacee, che a prima vista mi sembravano bambù, ho chiesto delucidazioni alla maestra Zhang che per tutta risposta me ne ha comprata una! La signora del banchetto nel giro di trenta secondi ce l’ha decorticata e divisa in piccole parti, in modo tale che una volta a casa ognuno di noi ne avesse una da rosicchiare. Pensare che la canna da zucchero fosse così succosa e zuccherina forse doveva essere scontato, ma per me è stata una sorpresa! Il modo in cui si mangia mi ha ricordato lo stesso modo in cui si consuma un favo: si mastica, si assapora e si sputa la fibra rimasta. Comunque, dopo aver passato una mezz’oretta ad acquistare carne, baicai (l’onnipresente cavolo cinese) e verdure varie, ci siamo fermati al banchetto della pasta fresca a comprare i dischetti per preparare i jiaozi. Mi piaceva molto osservare la velocità delle loro mani nello stendere i dischetti e tirare i miantiao (noodles)!

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Una volta a casa, la maestra Zhang, padre, marito, Gigi ed io ci siamo cimentati nella preparazione dei jiaozi… sapendo preparare i ravioli in Italia, lavorarli non è stato poi così drammatico, e abbiamo dato prova di un certo talento ^.^

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Vi chiederete come si consuma un pasto in una casa cinese: semplicemente con in mano le bacchette, seduti intorno a un tavolo (il più delle volte il classico tavolino da salotto davanti alla tv) e attingendo a piacere dalle varie ciotole presenti. Non è bello che i padroni di casa vi vedano esaurire tutte le pietanze, semplicemente perchè è segno di trascuratezza da parte loro (troppo poco cibo per l’ospite), quindi è meglio cercare di evitare lo stile “abbuffata all'italiana  e di sicuro alla fine chiederanno: è abbastanza? Sei sazio? Ovviamente è obbligatorio rispondere positivamente! Sulla nostra tavola c’era una bella varietà di cibi freddi: striscioline di tofu con cetriolo, vermicelli di riso con coriandolo e peperoncino, oltre ovviamente a due vassoi di jiaozi da intingere in un mix si salsa di soia e aceto.

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Non so quanto sia tradizionale o no, ma il padre della maestra Zhang durante il pranzo ha offerto a Gigi due bicchieri rasi di baijiu (vino di riso cinese a 46°). E il mix con la birra ha dato al pranzo un epilogo alquanto prevedibile! Gigi è stato male,  dicendo addio a tutto quello che si era ingurgitato fino a quel momento… ma invece che impressionare i presenti il tutto è passato come una cosa assolutamente normale, anzi sapete cosa mi è stato detto? Che a casa di ospiti, se uno finisce per stare male (ecc ecc) a causa dell’alcol, equivale a siglare un’amicizia! Ve lo sareste mai aspettato? Conoscendo ormai un pochino la logica cinese, secondo me il senso di tutto ciò è questo: hai mangiato e bevuto in abbondanza addirittura fino a stare male, allora perfetto… siamo amici!

mercoledì 9 gennaio 2013

Bere acqua calda


A Pechino il clima non è il massimo in inverno. Temperature molto fredde (e quest'anno mi dicono siano state più rigide del solito) che raggiungono -18° e un'aria secchissima si uniscono allo smog creando un mix spaventoso per i propri polmoni: raffreddore cronico e gola secca. Per affrontare tutto ciò mi sono armata di copriorecchie caldissimo, mascherina imbottita e borraccia per il tè. In Cina l'acqua del rubinetto non è potabile, quindi o si ha in dotazione un distributore d'acqua tipo quelli utilizzati in ufficio in Italia (e in effetti a casa c'è) o la si fa bollire e ci si prepara una bella tazza di tè. Tutti hanno in casa un bollitore elettrico (ho finito per comprarne uno anch'io!), mentre nel kindergarten ogni aula ha una piccola cisterna. I bambini sono abituati fin da piccoli a bere l'acqua calda, e anche se all'inizio ero un po' scettica, dopo averla bevuta un po' di volte durante le fredde giornate invernali posso dire che dà davvero una sensazione di gran sollievo. Se tornassi all'acqua fredda, sono sicura che ne berrei molta di meno [difatti quando l'acqua della mia borraccia è ormai fredda, finisco per svuotarla in qualche vaso sul davanzale!], complice anche il fatto che la temperatura media delle aule è sui 16-17°... decisamente un po' pochino per essere una scuola materna.
Tornando ai malesseri stagionali... non so se per un certo periodo ho avuto un colorito da salute cagionevole, ma ogni maestra appena mi vedeva diceva “hai bevuto acqua calda? Devi bere più acqua calda!” oppure me ne metteva direttamente in mano un bicchiere raso, tanto che qualche volta finivo per infastidirmi un po'. Ma in fondo questa fissa a quanto pare un senso ce l'ha davvero: Gigi a furia di bere acqua calda e tè durante lunghe giornate di raffreddore, una sera mi dice respirando a pieni polmoni “oh Elì, però sta cosa funziona!!”. Ormai siamo stati contagiati e diffonderemo il verbo :)
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