domenica 15 dicembre 2013

...e si riparte!


Prima o poi si arriva sempre a un punto di svolta. Più di un anno fa mi trovavo iper entusiasta su un aereo per la Cina, mentre tra qualche settimana farò il percorso opposto abbandonandola definitivamente (anche se in futuro chissà!). In realtà non si tratta di un addio triste, semplicemente è arrivata l'ora di cambiare, chiudere il cerchio di un'esperienza che in un lungo anno mi ha dato tantissimo e mi ha permesso di fare, conoscere e divertirmi infilandomi ogni giorno nel profondo della vita quotidiana cinese. Ho comunque una marea di cose e storie ancora da raccontare... quindi direi che il capitolo Cina non si chiude assolutamente con questo post!

Purtroppo domani mi scadrà l'abbonamento del servizio che mi permette di avere un internet "normale" anche in Cina, e fino al mio rientro in Italia non potrò più accedere a Blogger. Quindi se doveste trovare qualche post in quel lasso di tempo sarà qualcosa di programmato. Ringrazio tutti i lettori che hanno seguito in diretta tutte le mie avventure... tra l’altro ho scoperto di avere un gran seguito dalla Norvegia, un ringraziamento speciale quindi anche ai visitatori dalla penisola scandinava. A presto ♥



venerdì 13 dicembre 2013

Danta, Konpeito e Kasutera... dolcezze dal Portogallo all'Oriente


Ci sono dei dolci che, grazie al passato coloniale dei loro paesi d'origine, si sono imposti in nuove terre fino a diventare parte integrante della loro cultura culinaria. Quant'è familiare per un giapponese una fetta di kasutera o un sacchetto di zuccherini konpeito? E per un cinese quanto lo è una dàntà? Il punto in comune di questi tre dolci è la loro provenienza, il Portogallo, e non è certo un caso. Vorrei scrivere un piccolo riepilogo storico per ognuno così da avere una visione d'insieme, e dedicarmi poi alle dàntà che sono il mio sfizietto preferito quando sono fuori casa.

I Konpeito, (per qualche foto vi rimando qui) quegli zuccherini porosi e dai colori pastello, arrivarono in Giappone intorno al quindicesimo e sedicesimo secolo grazie a mercanti europei. La parola konpeito deriva dal portoghese confeito (come confetto) e nel 1569 un missionario portoghese ne regalò una bottiglia ad Oda Nobunaba, il primo dei tre grandi riunificatori del Giappone, per avere il permesso di diffondere il Cristianesimo. E’ curioso il fatto che prima dell’arrivo dei konpeito in Giappone la raffinazione dello zucchero non esistesse.

Anche il Kasutera (o Castella) arrivò in Giappone intorno al sedicesimo secolo sempre grazie ai mercanti portoghesi. Il suo nome deriva da Pão de Castela, letteralmente pane di Castiglia... e cosa ci fa venire in mente se non il nostro Pan di Spagna? In fondo stiamo parlando della stessa splendida creazione da cui tutto ebbe origine. I marinai giapponesi ritennero che il Kasutera fosse particolarmente adatto alle loro esigenze visto che si poteva conservare a lungo e poteva rimanere a bordo delle navi per parecchi mesi.

Le Dàntà 蛋挞, o egg tart, arrivarono in Cina grazie alla colonia portoghese di Macao, esistita dal 1557 al 1999, prima e ultima colonia europea in Cina. La dàntà deriva dalla portoghese Pastel de Nata e si tratta di una deliziosa pasta sfoglia farcita di una specie di crema inglese decisamente ricca di uova e poi infornata. In Cina si trovano un po' dappertutto, sia nelle bakery più all'occidentale, che nei baracchini lungo le vie... una combo di prezzo tipica è 3 danta a 10 yuan (circa 1,20€) anche se singolarmente il prezzo di solito si aggira sui 4 yuan. Io le adoro perchè sono corpose, non esageratamente dolci, hanno un guscio croccante e vengono servite calde. Se vogliamo, si gustano in un sol boccone! Dimenticavo... spesso si trovano anche con una goccia di marmellata ai frutti rossi.




giovedì 12 dicembre 2013

Ritorno all'infanzia


Alzi la mano chi non ha mai amato Barbie! Ricordo che quando ero bambina occupavano tutto lo spazio della letterina a Babbo Natale, con tanto di casette, camper, vestitini... insomma, avrei desiderato tutto! Mi piaceva un sacco il magazine mensile accompagnato sempre da un regalino sfizioso, l'album di figurine e i fotoromanzi. Quando sono cresciuta è nato l'amore per le Barbie da Collezione, che trovo bellissime, e che ho incominciato a collezionare. La mia piccola raccolta ora ne conta più di una ventina, tra cui una meravigliosa Marilyn con l'abito bianco indossato in The Seven Year Itch. Anche se sono anni che non ne acquisto più, spesso mi piace curiosare le nuove uscite e l'evolversi delle mie serie preferite, e ricordo sempre con piacere e tanto affetto per la mia famiglia tutti i compleanni e i Natali in cui una Barbie non mancava mai.

Questa sera passando davanti all'edicola del mio quartiere non ho resistito e mi sono portata a casa il Barbie Magazine di dicembre, con tanto di mollettine con pom pom in regalo... perchè ritornare all'infanzia una volta ogni tanto non può che fare bene :)


domenica 8 dicembre 2013

L'Airpocalypse di Pechino

La vista dalla finestra di casa mia

Vivere a Pechino significa convivere ogni giorno con un inquinamento atmosferico pesante e un cielo sempre più spesso monocromo. E anche il clima di certo non aiuta perché non piove mai, se non d'estate quando gli acquazzoni sono imprevedibili e improvvisi. L'inverno è la stagione più secca per eccellenza, e anche se qualche volta concede un po' di neve, guardare le previsioni del tempo è una cosa assolutamente inutile. Ogni giorno è sereno e via via sempre più freddo e rigido, ma individuare il sole spesso è una scommessa! L'unica salvezza è il vento, ma quando non soffia non c'è scampo... ormai si parla di Airpocalypse e non ci potrebbe essere parola più azzeccata.

Da qualche mese la prima cosa che faccio il mattino è scostare le tende e vedere com'è la luce, il secondo passo è controllare l'indice delle polveri sottili e il terzo mettermi la mascherina prima di uscire se ce n'è bisogno. Forse l'anno scorso sono stata un po' troppo indulgente su questa storia, ma al momento è diventata una fissa e non voglio rischiare di riempirmi i polmoni di metalli, cemento e compagnia bella. Eccomi quindi di nuovo barricata a casa per un intero weekend, mentre fuori la concentrazione di polveri sottili ieri ha raggiunto i 500 microgrammi/metro cubo e sicuramente ormai tutti sanno che l'OMS ha fissato a 25 il limite di pericolosità. La cosa preoccupante è che molti cinesi non prendono la cosa sul serio, lo dico perché vedo mamme e bambini a spasso, perché a scuola si esce in cortile ogni stramaledetto giorno, anche il più grigio. Essere privata dell'aria è una cosa a cui non mi abituerò mai.



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