venerdì 26 novembre 2010

Qualche fiocco di neve e il pensiero va agli Shimokobai...


Questa mattina mi sono svegliata presto e con sorpresa mi sono accorta che nel buio mattutino tutto fuori era imbiancato... Qualche fiocco cadeva ancora e per un attimo il caos di Milano si è sciolto nel morbido silenzio della neve. Un assaggio rapidissimo di inverno che nel pomeriggio ha già lasciato spazio al sole purtroppo!

La leggera coltre di neve che per pochissimi istanti ha coperto ogni cosa mi ha ricordato un
articolo su kyotofoodie.com che lessi un po' di tempo fa, dedicato agli Shimokobai 霜紅梅 o boccioli di prugno coperti di brina. Si tratta di wagashi che Toraya, la famosa pasticceria giapponese che ha qualche sede pure in Europa, ha creato nel 1699. Gli Shimokobai si preparano in inverno per evocare la bellezza dei boccioli dei prugni, in giapponese ume, che a febbraio esploderanno in una meravigliosa fioritura.

La brina bianca di questi wagashi a prima vista mi è sembrata una spolverata di zuccherini bianchi, ma dopo un'attenta lettura dell'articolo ho scoperto che esiste una specie di farina di riso chiamata Shinbikiko che si ricava da una speciale lavorazione del mochi. Ed è proprio la Shinbikiko che ricopre questo dolcetto e gli dà l'effetto ghiaccio.


Chissà quando nevicherà di nuovo...

martedì 23 novembre 2010

Orate anko taiyaki

L'ultimo taiyaki che mi sono mangiata risale alla puntatina della settimana scorsa all'Oasi Giapponese di Milano. Gustoso, ma devo dire che su un lato si era abbrustolito davvero un po' troppo!

Il taiyaki ha proprio una forma inconfondibile: il pesce. Orata per essere precisi. Cotto nel tipico stampo che gli dà quella forma particolare, è una fragrante cialda simile a un wafer e ripiena di anko.

Gustato ancora caldo mi fa impazzire!

Ho notato che ne esistono gustose varianti sia dolci (cioccolato, noccioline...) che salate (formaggio, e addirittura prosciutto!) Purtroppo non ho mai avuto il piacere di discostarmi dalla versione originale e un po' lo rimpiango... Però sul sito di questo negozio di Singapore ho trovato delle versioni illuminanti!! E quella più pazza è sicuramente al durian...! Per chi non lo conoscesse è un grosso frutto giallo spinoso dall'odore acre e nauseabondo, e dal sapore disgustoso. Si dice sia uno di quei frutti che si ama o si odia... per quanto mi rugarda direi che non rientra proprio tra i miei preferiti!

Il taiyaki è anche molto simile all'imagawayaki... che però ha forma circolare e una consistenza un poco più soffice, anche se il ripieno resta di anko. Qui sopra c'è una foto che ho scattato a Kyoto: quella ruota piena di imagawayaki sembrava una vera e propria catena di montaggio. Mi sono dovuta fermare a guardare quegli uomini al lavoro perchè con estrema naturalezza producevano montagne di dolcetti. Strepitoso.


martedì 16 novembre 2010

Qualche foto in giro per la rete


Gironzolando in rete alla ricerca di fotografie ho trovato su Flickr due stupendi set di wagashi, entrambi giapponesi (era ovvio!).

Il primo è "Wagashi" di Bananagranola. Le foto sono tante e tutte bellissime, davvero, si mangiano con gli occhi! Pare sia una completissima raccolta di wagashi consumati in svariate sale da tè, e ogni foto riporta gli ingredienti principali di ogni creazione.

Il secondo è "Sweets that I made" di Jam343. Come dice il titolo del set, dovrebbe averli preparati lui... in questo caso complimenti! perchè sono proprio molto carini.

Spero di poter raggiungere questa perfezione un giorno... non mi resta che applicarmi di più! Ma di certo la scarsità di ingredienti e di strumenti che in questo momento mi affligge, non mi aiuta per niente...e un po' mi giustifica! ^^ La verità è che vorrei tanto avere un maestro: l'unico modo per apprendere un'arte così precisa e delicata.

giovedì 11 novembre 2010

Anko: l'unicità di una confettura fatta di fagioli


Come ben sapete l'anko è uno degli ingredienti principali dei wagashi, direi che è un elemento quasi onnipresente!

Se si parla di marmellate e confetture qui in Italia di sicuro la sappiamo lunga. I banchi del supermercato ne sono pieni, e sono sicurissima che ognuno abbia una mamma o una nonna che almeno una volta all'anno ne prepara una pentolata (senza Fruttapec spero!!). Io personalmente adoro la marmellata di mirtilli di montagna... e quest'anno ho passato un paio di pomeriggi chinata a raccoglierli u
no ad uno e a tingermi le mani di blu, prima di poterne preparare una decina di vasetti! Ma tutto questo che c'entra? Ecco, arrivo al punto, quello che manca sugli scaffali italiani è proprio l'anko, confettura di fagioli azuki rossi o fagioli bianchi, stupenda composta che ha la consistenza molto simile alla confettura di castagne.

Esistono diversi tipi di anko, ma le più comuni sono in assoluto la Tsubuan (immagine a sinistra) e la Koshian (immagine a destra).

La Tsubuan è la versione meno lavorata e co
nserva le pellicine dei fagioli, che a me se devo dire la verità danno un pochino fastidio. Invece la Koshian è la versione più liscia e satinata, priva di pellicine, delicatissima, che si scioglie in bocca.

Con l'anko di fagioli bianchi si può realizzare la pasta Nerikiri, un composto malleabile molto simile al marzapane (ovviamente solo per la consistenza, non il sapore!). Questa pasta si realizza aggiungendo all'anko il Gyuhi, una farina di glutine di riso cotta con lo zucchero, una specie di mochi. Il risultato può essere utilizzato per modellare tantissimi dolcetti diversi, come questi deliziosi coniglietti!


lunedì 8 novembre 2010

Un libro di wagashi dal Giappone

Un paio di settimane fa ho ceduto alla voglia di farmi un regalino e ho ordinato su ebay un ricettario di wagashi direttamente dal Giappone... Finalmente oggi è arrivato!

Il titolo è 人気の和菓子基本のキホン (ninki no wagashi kihon no kihon) e con tante fotografie esplicative segue la preparazione di una quarantina di dolcetti, da quelli a base di mochi alle gelatine yokan. C'è pure un'ampia presentazione degli ingredienti da utilizzare e la ricetta della preparazione dell'anko, sia di fagioli rossi che di fagioli bianchi.

Non riesco a smettere di sfogliarlo perchè le foto e il design di questo libro sono davvero belli e accattivanti! E' in giapponese e questo potrebbe rappresentare un ostacolo, lo so, ma farò del mio meglio per postare le ricette in italiano non appena avrò un attimo di tempo per tradurle.

Per ora vi lascio la curiosità di sapere quali stupende dolcezze sono racchiuse in questo libro!



Ho una voglia pazza di matcha e deliziosi ichigo daifuku... ^^


venerdì 5 novembre 2010

Wagashi stories... 大好き!

Wagashi, la delicatissima pasticceria giapponese.

Prima di partire per il Giappone già la conoscevo, ma così così, ancora non era amore. E' stato solo dopo il viaggio in primavera che ho imparato ad amarla e a scoprirla in molte sue varianti...anzi devo ringraziare il proprietario del dormitorio di Kyoto dove ho alloggiato per un mese e mezzo, che praticamente ogni giorno mi offriva un dolcetto diverso! Credo proprio fosse molto orgoglioso della raffinata pasticceria giapponese, tanto da voler farmela conoscere nelle sue varie forme. Ora che sono di nuovo in Italia, trovare wagashi è proprio difficile! Ho scoperto con amara delusione che non esiste nessuna pasticceria giapponese sul suolo italiano...da nessuna parte. Solo qualche ristorante gestito da giapponesi veri (non improvvisazioni cinesi!) ha incluso wagashi classici nella carta dei dessert. Uno di questi è l'Oasi giapponese di Milano...ma su questo ristorante scriverò un apposito post più avanti!

Insomma, per gustare un wagashi o lo si cerca con fatica o l'alternativa è prepararlo con le proprie manine... Mi piacerebbe che questo blog diventasse un posto dove condividere fotografie, ricette ed esperienze sensoriali legate al meraviglioso universo wagashi.

Vi lascio con l'immagine di questo splendido Kinako Daifuku, uno dei wagashi più semplici da preparare, morbido e dolce: mochi (pasta di farina di riso) che racchiude dolce anko (confettura di fagioli azuki), e poi ricoperto di kinako (farina di soia tostata dal caratteristico colore ocra).


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